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La hija de todas las rabias

Torino FF40: la ricerca di magia in Napoli Magica e La Hija de todas las rabias

Cosa rendere speciale una città: le sue persone, la lingua, i suoi costumi?

Marco D’Amore come un turista passeggia nei vicoli e nelle piazze della sua Napoli alla ricerca di una magia che oggi sembra essere scomparsa, celata nel frastuono di una contemporaneità individualista.
D’Amore interagisce con i passanti, i commercianti dei rioni alle ricerca di una storia da raccontare che lo stupisca, che riesca a far brillare ancora di sogni e speranza una città controversa.
Un percorso che perde presto la sua credibilità quando interviene la finzione tra le persone comuni, in realtà teatranti o soggetti aderenti ad un copione che conduce Napoli Magica alle sue radici, nel sottosuolo per esplorare i miti e le leggende fondatrici dei figli di Partenope.

Una magia sepolta nelle voci antiche e nello spirito di una città sotto la città che D’Amore prova ad evocare attraverso i simboli, la storia e la poesia restituendoci un racconto lontano dalla spontaneità, dalla passione e dalle meravigliose contraddizioni di una sirena indecifrabile.

Napoli Magica

Molto più efficace di Napoli magica nel raffigurare il concetto di magia e speranza è l’opera prima di Laura Baumeister, La hija de todas las rabias. Protagonisti una bambina e sua mamma che vivono ai margini della più grande discarica del Nicaragua, La Chureca.
Le giornate di Maria passano in mezzo ai rifiuti della discarica selezionando oggetti da modificare per essere rivenduti o semplicemente per farne un nuovo uso. Maria si prende cura anche di una cucciolata che la mamma Lilibeth deve vendere ad un delinquente locale.

Quando l’accordo fallisce le strade delle due si dividono e Maria si ritrova in un centro di riciclaggio sempre più insofferente e incapace di interagire con gli altri.
Laura Baumeister realizza una storia dolente sulla solitudine e la sopravvivenza in un mondo pieno di polvere e abbandono dove il gioco è uno strumento concreto di evasione, un film di contrasti, il bello e il brutto condividono gli stessi spazi e orizzonti che Maria trascende mediante gli oggetti e la purezza di un sogno da tramutare in realtà cullata dalle immagini più pure a lei care, per ritrovare in un luogo sicuro la versione migliore e innocente di sua mamma.

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