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Venezia 80: Coup De Chance, di Woody Allen

FUORI CONCORSO

Chi si aspettava un Allen sopito, incapace di guizzi e pronto a sciolinare l’ennesimo film su rapporti di coppia e triangoli maldestri dovrà ricredersi.
Perché con Coupe De Chance, Woody mostra una vitalità registica nell’assemblare diversi generi mantenendo interessante e solida la linea narrativa.

Protagonisti del suo ritorno a Parigi come cineasta Fanny e Jean, coppia affermata nel lavoro ed elegante come il luminoso e arioso appartamento in cui risiedono al centro Parigi.
Le relazioni, il modo in cui le portiamo avanti e le viviamo sono una costante per Allen così come gli incontri inaspettati: Fanny si imbatterà in Alain, un ex compagno del liceo privato francese del periodo vissuto a New York e per il quale non troppo tardi proverà un trasporto che la farà tornare viva e sognante, libera dall’ordinarietà e dalla forma di un marito per il quale si sente una moglie trofeo.

Gli sviluppi di un triangolo amoroso in Coup De Chance sono un pretesto per uscire dai binari sui quali conduciamo le nostre vite per osservare come davvero la casualità possa spostare la direzione dei desideri mettendo in gioco presunte certezze acquisite.

Allen sfrutta elementi polizieschi per dare la “caccia” e far emergere la natura possessiva e manipolatrice di certi individui, stressandoli, utilizzando componenti incontrollabili, riigirandogli contro la sicurezza nel potere controllare persone ed eventi.

Coup De Chance è un lavoro che dietro segreti, sotterfugi e cinismo racconta con tono sincero le improvvise, belle o amare, possibilità che la vita ci presenta e di come le affrontiamo, stravolgendo i nostri piani quotidiani; il tutto Allen, con la preziosa collaborazione di Vittorio Storaro, lo mette in scena con brillantezza e armoniosità  in controaltare alla falsità e drammaticità osservata.

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