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Venezia 78: The Card Counter, di Paul Schrader

Il Cinema di Paul Schader è rigoroso ed essenziale come i protocolli militari.

Ed è proprio un ex militare il protagonista di The Card Counter, William Tell è un abilissimo giocatore d’azzardo con un passato irrisolto ed un presente cupo e austero come le grandi hall dei casinò o degli hotel in cui si ritrova a giocare.

Dopo un prologo che introduce le abilità del contatore di carte, con rimandi ai trascorsi traumatici di Tell la circolarità del racconto si apre all’esterno quando William incontra un giovane ragazzo con il quale ha in comune la conoscenza di una persona che evoca brutti ricordi ad entrambi.

Deciso ad aiutare il ragazzo a risolvere i suoi problemi di debiti accetta la proposta di Linda che lo introduce nel circuito dei casinò.

Sin lì isolato e distante Tell si aprirà a nuove dinamiche e sentimenti “sporcando” ad un certo punto la fermezza di un uomo che a partire dalla postura si presenta come un individuo freddo e calcolatore.

Ma la grande capacità di Schrader, e nel film di Oscar Isaac, è lasciare intravedere un’identità e un conflitto anche nel volto e negli sguardi glaciali di un uomo che, dopo gli incubi provenienti dal passato, ricerca una sua personale catarsi nell’anonimato.

Da apparente storia sul mondo del gioco d’azzardo The Card Counter si fa un thriller che attinge al noir e al revenge movie arrivando a toccare le corde emotive attraverso i fatti e le azioni, dapprima controllate come le carte del mazzo, in un finale diretto a chiudere le ferite del passato sempre mediante un atto concreto.

Seppur quasi interamente ambientato in luoghi chiusi, The Card Counter trova la maniera di raggiungere il dentro dei personaggi facendoli sentire più veri e vivi, capaci di toccarsi dentro anche se separati da un vetro.

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