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Venezia 75: The Favourite, di Yorgos Lanthimos

Il commento di Alessandro Faralla

A vedere The Favourite di Yorgos Lanthimos viene da chiedersi se sia così favorevole essere il preferito di qualcuno.

Nell’XVIII secolo l’Inghilterra è in guerra con la Francia e la sua regina Anna è più attenta allo svago che agli affari politici, di questi se ne occupa lady Sarah, sua amica e confidente, di fatto colei che prende le decisioni importanti. Lanthimos divide il film in capitoli dai titoli bizzarri, nonostante questa divisione, The Favourite è un film senza pause e indugi, che col passare dei minuti mostra le persone per quelle che sono. Vuole piacere The Favourite e non lo nasconde grazie ad una fotografia luminosa, alle messa in scena virtuosa e svariati passaggi comici.

The Favourite è una storia di donne, ognuna con obiettivi diversi le cui relazioni interpersonali sono un strumento necessario all’affermazione del proprio io, un aspetto ben testimoniato dalla nuova cameriera Abigail, desiderosa di riconquistare una vita aristocratica.
Tutte giocano non senza tormenti per rivendicare, in primis a se stesse, un riconoscimento che nessuna potrà darle se come la regina Anna sì è costantemente indecisi e insicuri delle proprie emozioni.

Il risultato è una commedia in costume senza esclusioni di colpi bassi, godibile nello stile e nelle interpretazioni effervescenti con una disinvolta Emma Stone.

Il commento di Riccardo Minnucci

Il film di Lanthimos guarda al femminile, in un triangolo che oltre che amoroso, è anzitutto un terreno di scontro morale. La regina Anna Stuart è l’anello debole, l’elemento in eterno contrasto politico, sulle sue decisioni in merito alla sanguinosa “Guerra di Successione Spagnola” che infiammava in quegli anni tra francesi ed inglesi, lady Marlborough ambisce al potere politico, influenza la regina Anna, controlla e gestisce gli avversari in Parlamento e le decisioni belliche. Il sacrificio, anche delle cose più care, pur di mantenere la propria posizione di dominio. Ed infine Abigail, dama decaduta, la più feroce di tutte, colei che antepone la propria posizione ed i propri interessi a tutto il resto. Se Lady Marlborough fa coincidere i propri interessi con quelli del Regno, per Abigail quest’ultimo è secondario ed occasionale, rispetto al proprio obiettivo.

Le tre attrici protagoniste (Emma Stone, Olivia Colman, Rachel Weisz) offrono una grande prova, sfoderando con efficacia le armi della femminilità, da quelle più sensuali, a quelle più spietate, e creando così una partitura su cui Lanthimos gioca con continui movimenti di macchina, fish-eye e grandangoli. L’obiettivo di Lanthimos non è quello della ricostruzione storica, ma del gioco delle parti, quasi teatrale, tra i diversi aspetti del femminile, con ciascun personaggio determinato ad andare fino in fondo al proprio ruolo, ad ogni costo.

Il secolo che sottende la storia, il settecento, è raccontato in uno stile quasi alla “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, nella volontà di attualizzare situazioni (i passi di danza quasi da rock acrobatico), linguaggio e ritmo scenico come se la storia fosse vissuta nel 2018, ma in costume. La colonna sonora, che oscilla tra classicità e suoni ossessivi, restituisce in modo ancora più forte questo taglio, consentendo al film di Lanthimos una complessiva ed originale armonia.

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