
Venezia 80: The Palace, di Roman Polanski
FUORI CONCORSO
La fine di un secolo, un millennio controverso, un ultimo dell’anno da festeggiare tra presagi apocalittici e voglia di fermare il tempo.
Roman Polansky torna al Festival Fuori Concorso con The Palace, una commedia sagace e sarcastica sui vizi e i desideri di individui facolosi o presunti tali.
Un confortevole castello hotel nelle alpi svizzere è il palconesnico per storie e personaggi che si intrecciano in un vortice di eccentricità, avarizia e riunioni familiari inaspettate dove c’è spazio persino per un’incursione geopolitica che dal 1999 parla al presente.
Parte in maniera apparentemente seriosa The Palace seguendo la scrupolosità e la diligenza negli ordini impartiti dallo zelante direttore d’albergo; una linearità che si scopre presto ad una serie di imprevisti ed eventi eccezionali in cui i protagonisti si mostrano per ciò che sono, le maschere cadono, il caos e la vulnerabiità caratterizzano le azioni e le emozioni di individuidi opposti e complementari.
In un mondo di infigimenti cosi tutto si mostra improvvisamente genuino e reale, anche nelle pieghe più drammatiche o malinconiche.
Seppur con un registro del tutto diverso rispetto all'”Ufficiale e La Spia” anche qui Polasnky fa del ritmo la bussola del racconto, i tempi e i modi dei dialoghi muovono i personaggi, li accompagnano in maniera armoniosa tra i vari livelli e risvolti della trama facendo di The Palace un piacevole sguardo sugli istinti e le paure a ridosso della “fine del mondo”.