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La bella stagione

Torino FF40: La bella stagione, di Marco Ponti

In un periodo in cui imperversano al cinema e sulle piattaforme documentari sullo sport, realizzare un prodotto che non sia solo celebrativo è un lavoro che richiede equilibrio e capacità di avere uno sguardo concreto sulla storia che si vuole raccontare.

La bella stagione, presentato fuori concorso al Torino Film Festival,  riesce in questo intento perchè non si limita a celebrare l’impresa sportiva della Sampdoria del duo Vialli-Mancini che portò alla conquista dello storico scudetto del 1992.
Gli uomini prima degli atleti, la condivisione anteposta alle rivalità, un modo di fare gruppo, di stare insieme lontanissimo dalla frenesia di apparire al giorno d’oggi.
La bella stagione è senz’altro un racconto su una maniera di fare sport ad alti livelli che restituisce una genuinità oggi difficilmente riscontrabile, in un mondo e in un sistema calcio dove i più sono allineati e appiattiti al politicamente corretto e alle sue esasperazioni (non a caso sia Toninho Cerezo nel film che Ivano Bonetti in conferenza stampa lasciano spazio ad espressioni sboccate ed aneddoti colorite): le interviste senza blocchi predefiniti ai calciatori a bordo campo e nel tunnel degli spogliatoi, i presidenti sognatori come Paolo Mantovani, un calcio molto più vicino alle gente di quanto non lo siano oggi con gli stadi senza barriere e i calciatori che interagiscono con i fan sui social network.

Si viene coinvolti dai racconti di Vialli, Mancini, Lombardo, Pagliuca e degli altri componenti di quel gruppo non tanto ripercorrendo la favola calcistica di un outsider che lottò e vinse tra le grandi del calcio, quanto dalla storia degli uomini e allora ti immedesimi o trovi un punto d’incontro con i sorrisi, le ferite, gli inciampi; i sentimenti provati evadono dallo schermo e rendono universale un film ancorato sulle relazioni, su ciò che ci rende vivi, sui ricordi, le emozioni passate e presenti.

E come tutto ciò che fa affiorare le farfalle nello stomaco, farci ridere, piangere, disperare, emozionarci per i piccoli istanti, i più grandi, La bella stagione ci fa desiderare di vivere e sognare per un’abbraccio fraterno, intenso e indistruttibile, in grado di avvolgerci per sempre, oltre un risultato mancato (sportivo e non) a trascendere il tempo.

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