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Attori marchigiani: professionisti del cinema dimenticati dalle produzioni

Cna cinema e audiovisivo Marche porta all’attenzione il caso di tutti quei professionisti dell’audiovisivo marchigiani esclusi dalla produzioni nel territorio.

Gli attori – spiega Cna – chiedono una legge che tuteli non solo i professionisti e le maestranze del cinema, ma anche gli attori, che ovviamente non possono partecipare a un progetto cinematografico se non sono in linea con le richieste artistiche ma almeno vorrebbero partecipare ai casting e avere una possibilità per non fare solo le comparse, pur di esserci.

Cna ha chiesto un parere ai due attori marchigiani Victor Carlo Vitale e e Rebecca Liberati.

  • Victor, napoletano d’origine e anconetano d’adozione, una carriera trentennale nel teatro, dalla commedia musicale alla prosa impegnata al fianco di grandi nomi del panorama Italiano e internazionale, nei più importanti teatri d’Italia e all’estero. E poi cinema, tv e radio. Attore, regista, direttore artistico e docente, così come nel cinema dove da attore è passato anche alla regia con il corto Dimenticanze, premiato in numerosi festival.
  • Rebecca, cantante, attrice, personaggio poliedrico, debutta sul set di Pagliacci di Marco Bellocchio nel 2013, protagonista di corti pluripremiati, da Spera Teresa di Damiano Giacomelli prodotto da Yuk! film a Il vaccino di Edoardo Ferraro prodotto da Guasco, e recentemente insignita del premio Cinemaèdonna, dedicato alla figura di Marisa Galeazzi Saracinelli nel festival Cineoff.

Di seguito il resoconto della chiacchierata.

 

Il cinema è fermo con le sale chiuse, ma alcune produzioni stanno lavorando, pur tra mille difficoltà, cosa fanno gli attori in questo momento?

 Victor: Gli attori/attrici che conosco, quelli che resistono a questo difficile momento (molti purtroppo hanno dovuto cambiare lavoro o sono in cerca d’altro, i giovani naturalmente), inventano modi per incontrare o farsi ricordare dalle produzioni. Si scrive, si legge e si cerca quanto possibile di tenere la mente in allenamento e di non perdere la speranza di una ripartenza del settore.

E gli attori marchigiani? Le sue esperienze in proposito?

RebeccaIn questo periodo gli attori marchigiani stanno facendo testuggine, quasi svegliati dal torpore di un sonno lungo e silente. Ci siamo guardati attorno colpiti dal grande rumore che stanno facendo alcune associazioni, organizzazioni o coordinamenti regionali e ci siamo ritrovati tutti uniti nella stessa urgenza: comunicare a gran voce quanto sia avvilente, per chi fa questo mestiere da anni, non avere la possibilità di accedere ai provini e vedere arrivare i cast blindati da Roma. Per mia personale esperienza quello che rivendicavo con orgoglio qualche anno fa, ossia di voler rimanere in questa regione, di voler esercitare la mia professione in questa regione sta via via lasciando il passo alla convinzione che questo non possa avvenire, e che io debba necessariamente fare come tanti colleghi: lasciare le Marche.

Qual è il percorso per entrare nel cast di un film? Si riesce dalle Marche?

Victor: La procedura solita è quella che da parte delle produzioni, alle agenzie che rappresentano l’artista, arriva una casting list con le specifiche dei ruoli richiesti. L’agenzia propone l’attrice/attore e se va bene c’è un incontro con il Direttore casting o nel migliore dei casi con la regia. Poi si spera nel ruolo. Nelle Marche non esiste un’agenzia che rappresenti i professionisti, e già questo non depone a nostro favore, ma molti attori residenti in zona, compreso me, hanno agenzia di rappresentanza a Roma o Milano. No, dalle Marche non si accede a provini, per poterlo fare bisogna andare lì dove parte la produzione, quasi sempre romana.

Le produzioni che girano nella nostra regione, sostenute anche con fondi regionali consentono agli artisti marchigiani di lavorare in quelle produzioni, anche in ruoli secondari?

RebeccaLa risposta è ahimè breve e significativa: no. Anche laddove fosse indispensabile l’inflessione dialettale marchigiana, la richiesta viene rivolta piuttosto ad attori provenienti da altre regioni, provinati a Roma.

Che cosa state facendo per portare all’attenzione del pubblico questo tema?

Victor: Stiamo cercando di arrivare e sensibilizzare non solo il pubblico ma soprattutto gli enti preposti: Regione Marche, Fondazione Marche Cultura e Marche Film commission. Ci siamo aggregati nell’ ‘Unione M.I.A.’ insieme a Simona Ripàri, Cecilia Menghini, Giorgia Fiori, Andrea Caimmi, Iacopo Cicconofri, Mirco Abbruzzetti e Marco Brandizi, e siamo entrati in Cna cinema e audiovisivo Marche per raggiungere questo obiettivo. 

Cosa chiedete?

Rebecca: Chiediamo la possibilità di accedere ai casting, e sapere di non essere stati scelti per un ruolo perché non eravamo adatti, non perché non esistiamo. 

Ritenete che una nuova legge, che riscriva la legge 7 del 2009 (in particolare modo l’art.6) e la legge 30 del 2015 possa consentire una maggior tutela del territorio e delle sue espressioni artistiche tra cui gli attori? 

Rebecca e VictorLa legge risale appunto al 2009, molte cose sono cambiate in questi anni, il lavoro stesso è diverso. Il nostro è sempre stato un mestiere precario, ma siamo comunque lavoratori. Nelle leggi regionali non si parla di diritto del lavoratore dello spettacolo, nessun riferimento alla possibilità di impiego. Si tutela la formazione, ma se a questa poi non segue la possibilità di lavorare nelle produzioni marchigiane o nei film girati nelle Marche da produzioni nazionali, gli artisti sono costretti ad emigrare lì dove si pensa che ci sia più possibilità. Quello che noi chiediamo alle istituzioni è un registro di attori/attrici di cinema e teatro, che venga inserito all’interno della lista di categorie di lavoratori, la possibilità di accedere ai provini delle produzioni che verranno ospitate nelle Marche, infine un ristoro per gli attori del comparto spettacolo, così come avvenuto in molte regioni a partire dalla Campania.

 

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