Back

Torino37: True History of Kelly Gang, di Justin Kurzel

Più che un film sulle dinamiche che caratterizzano l’essere un bandito, True History of Kelly Gang è una fotografia gelida e solitaria sul cosa significhi vivere come un bandito, essere figli di una terra ostile, “ereditata” da antenati irlandesi relegati dai conquistatori inglesi in un luogo senza presente e futuro.

In questo scenario nasce e cresce Edward Nelly, circondato da alberi scheletrici e spettrali che si ergono altissimi per poi piegarsi con i loro “tentacoli” sull’esistenza dannata di una famiglia unita e compressa in un focolare di lamiere e stenti.
La terra, il destino, la famiglia sono dunque il sentiero su cui poggia la genesi di colui che diventerà il leggendario fuorilegge australiano.

Kurzel sviluppa True Story of Kelly Gang in una sfida di appropriazione delle vite altrui: il sergente con il volto di Charlie Hunnam si presenta ripetutamente alla loro capanna non solo per approfittare fisicamente della mamma di Ned ma per ricevere una certificazione del proprio ruolo, il brigante – un Russel Crowe imbolsito come nella vita reale, forse il profilo migliore del film – dai modi affabili al quale Ned viene venduto dalla madre per formarsi, vuole creare una giovane copia del suo modo di stare al mondo, e ancora nel terzo atto un poliziotto imbastisce con l’ormai adulto Ned un duello per la conquista di una famiglia che lo ossessiona.

Molti personaggi cercano di ribaltare il già scritto rifugiandosi nei vizi o nell’inconsueto, e alla fine è proprio Ned a non sembrare pienamente padrone delle sue azioni, prima il ritorno in un luogo arido e respingente, poi “l’attività” di bandito dal quale ha cercato invano di sfuggire. Sfruttando le nazionalità dei suoi talent principali il film trova le proprie certezze e giustifica le premesse proprio negli antagonisti e nelle ambientazioni; il protagonista, nella sua versione adulta, al contrario è schiacciato da una dimensione troppo ingombrante rispetto ad una storia personale che vorrebbe narrare per lasciare un retaggio.

Fino agli ultimi istanti permane un esilio esistenziale che magari potrà essere riscattato dalla storia futura di un altro Kelly.

 

 

Aggiungi un commento