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Venezia 75: Vox Lux, di Brady Corbet

Il XXI secolo è ricco di vicende drammatiche, dove la tragedia ha portato alla ribalta se non al successo vittime e carnefici. In tal senso nel concorso ufficiale di Venezia 75  l’argentino Acusada si ispira chiaramente al noto caso Amanda Knox.

Vox Lux di Brady Corbet pone lo sguardo sul modo in cui ci relazioniamo con un mondo senza più riferimenti culturali e sociali. Lo fa partendo appunto da un episodio di violenza, uno dei tanti fatti legati alla libertà di accesso e all’abuso delle armi anche da parte dei più giovani. La voce narrante di Willem Dafoe racconta in un arco temporale delimitato (dal 1999 al 2017)  la storia della cantante Celeste, sopravvissuta non senza ripercussioni fisiche al folle gesto di un compagno di classe quando aveva 14 anni.
A partire dal funerale la giovane Celeste anticipa ciò che col tempo ha iniziato a caratterizzare il nuovo millennio: essere al centro della scena sempre e in ogni circostanza, lo show come norma e consuetudine, nel momento del raccoglimento l’adolescente Celeste cantando una canzone in ricordo delle vittime celebra un rito di partecipazione popolare in cui tutti sono protagonisti ma a è lei a guidarli.

Non geniale e forse neanche particolarmente talentuosa rispetto alla sorella Elly (che scrive quasi tutti i suoi brani) Celeste diventa prestissimo una star, si ritrova a viaggiar per il mondo, la moda e lo show business iniziano a plasmare un individuo che non ha mai affrontato ancora prima di superarlo l’episodio vissuto sulla propria pelle.
In Vox Lux tutto è opaco e buio, Brady Corbet vuole raccontare ciò che ci definisce oggi guardandosi indietro, è il nuovo millennio eppure già dalla fotografia sembra un film ambientato negli anni novanta, lo si nota inoltre nella maniera con cui i personaggi si muovono tra i vari ambienti e per come parlano. Nessun guizzo registico che riesca a definire un momento, che porti la protagonista ad essere padrona di ciò che fa o dice, è chiaro dalla performance macchiettista di Natalie Portman, mai a suo agio nelle vesti di Celeste, una star che appare la caricatura di un individuo inconsapevole e non definito come lo è tutto Vox Lux.

 

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