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Malerba: la nostra intervista per il film d’esordio di Simone Corallini

Malerba si appresta a far il suo debutto nelle sale cinematografiche. Per l’occasione stasera si terrà l’anteprima nazionale presso il Cinema Italia di Ancona alla presenza del regista e degli attori.

Noi di MovieinMarche abbiamo chiesto qualche impressione ad Elena Casaccia,  produttrice, responsabile della comunicazione di Guasco e in passato co-sceneggiatrice di alcuni lavori cinematografici della casa di produzione marchigiana,  prima del debutto ufficiale.

 

Che tipo di film è Malerba e come si inserisce nel panorama del cinema indipendente italiano?

E.C.Malerba è un film drammatico dalle tinte thriller, un film sulle malattie invisibili, e sull’approccio alla diversità, metafora di ogni discriminazione sociale. Il film, patrocinato da Fondazione Marche Cultura, da Marche Film Commission, e dalla onlus I malati invisibili, è stato selezionato al WAG festival da una giuria di giovani under 30, al 34°Alexandria Mediterranean CountrieFilm Festival in Egitto e vincitore al NOT FILM FEST come miglior film per il maggior potenziale di distribuzione all’estero, assegnato da Alessandro Masi, distributore internazionale della Flexymovies di Los Angeles. La regia del film è di Simone Corallini, regista under 30 alla sua opera prima, che ha diretto alcuni cortometraggi tra cui Nkiruka – il meglio deve ancora venire, vincitore del Premio MigrArti 2017 – MiBACT, proiettato nella sezione “MigrArti” alla 74° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. 

 

Guasco è una casa di produzione marchigiana. Cosa significa realizzare dei lavori nel vostro territorio?

E.C.: Girare nel nostro territorio significa raccontarlo, non solo come cornice, la classica location di un film ( le location di Malerba in questo caso sono Offagna, Osimo e Monsano), ma anche per la sua vocazione artistica. Significa crescere maestranze in tutti i comparti del cinema, fotografia, scenografia, costumi, trucco, e nella post produzione, dalla color correction agli effetti digitali. Significa anche  lavorare sulla progettualità, un film è innanzitutto una storia ma la sua capacità di affascinare va di pari passo con la fattibilità, anche economica. Fare un film significa far scontrare, e se possibile incontrare, l’irreale  con il reale  e gestire la forza, a volte centrifuga, che si genera dentro un set tra esigenze artistiche e produttive. La figura del  produttore si è trasformata negli ultimi decenni, non è più il facoltoso investitore, ma è di fatto un sognatore dotato di una spiccata concretezza, e aggiungerei buon senso.     

 

Malerba per la storia che mette in scena può essere definito un prodotto coraggioso.
Vi sono timori che il film possa non arrivare, non solo al pubblico ma anche alla critica che in particolare per il film indipendenti può essere uno strumento di supporto importante.

E.C.: Quando produci un film il passaggio dall’idea alla res può essere drammatico, entrano in campo tanti elementi divergenti e il prodotto ideato a volte diventa altro. Ultimo capitolo è poi il confronto con la critica e con i festival. Le risposte sono le più diverse e contrastanti e a volte un critico distrugge il tuo lavoro mentre un altro coglie la bellezza anche tra alcune fragilità, come è capitato per Malerba con la bella parole di Mauro Gervasini, direttore di FILM TV:

Un film che ha lo sguardo giusto per una storia così tenebrosa, la vocazione al genere e il senso della mostruosità, declinabile anche come diversità, vero tema del film, essendo i due fratelli sfigurati, uno anche ” dentro”. Una bella sorpresa”

 

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